Spasticità post ictus, cos’è e come si cura

Molto spesso, dopo un ictus, la persona sente una importante “rigidità muscolare”, con limitazione delle “ampiezze articolari” nell’arto superiore e nell’arto inferiore controlaterale alla lesione cerebrale. Si sente parlare in questi casi di spasticità.

Purtroppo, questo termine, ancora oggi molto usato in medicina, non è più molto significativo da un punto di vista riabilitativo, perché racchiude in sé una molteplicità di alterazioni centro-periferiche che, se non analizzate dettagliatamente in maniera separata, non è possibile trattare e curare.

Ad ogni modo, il messaggio che sempre più spesso viene veicolato ai pazienti, soprattutto quando l’ictus è presente da molti mesi o addirittura da anni, è che, purtroppo, questa condizione difficilmente potrà cambiare e che, bisogna abituarsi a conviverci.

La settimana scorsa è giunto nel nostro Centro il Signor V. proveniente da fuori regione con diagnosi di Emiplegia Sinistra da 2 anni che lamentava spasticità a livello dell’arto inferiore sinistro, che gli impediva di muovere agevolmente l’arto per alzarsi autonomamente in piedi da una sedia e di camminare poggiando correttamente il piede a terra.

In effetti, si notavano importanti difficoltà in entrambe le azioni con una notevole presenza di Reazione Abnorme allo Stiramento ed Abnorme Irradiazione (questi due termini indicano alcuni elementi patologici che fanno riferimento allo Specifico Motorio del paziente costituenti la spasticità), nei muscoli estensori dell’anca, del ginocchio e della caviglia sinistra che ne bloccavano quasi totalmente il movimento.

Il Signor V. mostrava sfiducia nella possibilità di ridurre questa insopportabile spasticità, soprattutto perché presente da anni e trattata già attraverso molteplici approcci fisioterapici e farmacologici che non avevano, purtroppo, sortito il beneficio desiderato.

Durante il periodo di trattamento intensivo presso il nostro Centro, con una valutazione riabilitativa specifica sono stati individuati gli elementi patologici centro-periferici che determinavano questa problematica e, successivamente, sono stati proposti degli esercizi neurocognitivi mirati per ridurla a livello dell’anca, del ginocchio e della caviglia sinistra.

Con grande soddisfazione da parte del Signor V., gli esercizi hanno permesso, giorno dopo giorno, di sentire un’iniziale riduzione della spasticità, liberando le articolazioni e offrendogli una sensazione di fluidità che non era abituato a sentire da anni. Ma, soprattutto, questa riduzione gli ha permesso di recuperare l’azione di alzarsi autonomamente in piedi da una sedia e di ottenere un miglior cammino grazie ad un appoggio più adeguato del piede sinistro a terra.

Il paziente, ha rinnovato un nuovo ciclo di trattamento intensivo ad aprile ed è ripartito con una nuova consapevolezza: è possibile modificare la spasticità attraverso esercizi neurocognitivi mirati e specifici, costruiti sempre (e ripetiamo sempre) su misura per la persona. Non esistono esercizi standard o uguali per tutti.

Il percorso prevede adesso di continuare gli esercizi a casa e di lavorare quotidianamente per ridurre sempre più questa problematica.

Complimenti Signor V.!!

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