L’uomo non è una macchina

Lo scorso fine settimana il nostro responsabile si è recato a Madrid ed ha avuto la possibilità di visitare il famoso museo del Prado.

In questa occasione si è imbattuto nell’opera dal titolo: Estrazione della “Pietra della Locura (Pietra della follia)”: il “chirurgo” di Jan Sanders van Hemessen.

Il dipinto mostra un chirurgo intento a rimuovere una pietra dalla testa di un folle.

La credenza medievale, infatti, voleva che le problematiche neurologiche fossero dovute alla presenza di una pietra all’interno della testa delle persone. Rimuovendo questa, tutto sarebbe tornato a posto!

Ovviamente nella testa non c’era nessuna pietra, le problematiche neurologiche non erano dovute a queste e l’operazione chirurgica non era altro che un mero inganno per racimolare soldi.

Questa era una pratica orchestrata a tavolino per impressionare il popolo speculando sulla salute delle persone.

Il problema è che ancora oggi a distanza di secoli, il concetto di patologia neurologica come elemento esterno al corpo, è profondamente presente nella cultura delle persone e spesso viene anche utilizzato da alcuni operatori sanitari in modo ingannevole.

Si vuole ancora far passare l’idea che l’uomo sia un agglomerato di ingranaggi meccanici e che basti sistemare uno di questi, attraverso risolutive e immediate operazioni chirurgiche, per sistemare il tutto. Vedi nei casi di ictus: le trasposizioni tendine, le ricostruzioni legamentose e le chirurgie mini o molto invasive al SIstema Nervoso Centrale, per installare chissà quale tecnologia miracolosa!

Questo concetto rattrista profondamente chi, studiando le patologie neurologiche e la loro riabilitazione, sa perfettamente che queste pratiche non sono risolutive!!

È ben noto, infatti, che la migliore via per agire sulla patologia neurologica sia quella di intervenire direttamente sul Sistema Nervoso Centrale attraverso esercizi di riabilitazione mirati a modificare aree e connessioni cerebrali, agendo sulla neuroplasticità (caratteristica innata del cervello), attraverso l’esperienza.

Per questo è fondamentale, al fine di non essere vittime inconsapevoli di professionisti poco scrupolosi (come nel caso del chirurgo del dipinto), che le persone con patologie neurologiche e i loro familiari si informino bene sui percorsi di riabilitazione più adatti per il recupero, senza cadere nella facile tentazione di credere che dalle problematiche neurologiche (che sono molto complesse) si possa uscire semplicemente sostituendo o rimuovendo un pezzo della persona, come succede nelle macchine!

L’uomo non è una macchina e il recupero passa da una riabilitazione molto specifica e mirata fatta di tanto esercizio e tanto impegno da parte di entrambi: riabilitatore e persona neurolesa!

Cambiare la cultura delle persone nei confronti delle patologie neurologiche, le rende libere di capire e di scegliere, consapevolmente, i percorsi riabilitativi più adatti e pretendere dai professionisti sanitari un aggiornamento continuo e puntuale sulle ultime acquisizioni in ambito neuroscientifico.

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