L’esperienza di Silvia

Lei è Silvia! 11 mesi dopo aver avuto un’importante ischemia bulbare sinistra e, dopo aver seguito un percorso intensivo di riabilitazione tradizionale presso centri convenzionati, si rivolge presso il nostro Centro.

Quando arriva, presenta una cosiddetta “spasticità” dilagante all’arto superiore destro che, oltre ad impedirle le più semplici azioni, comporta molto dolore descritto da Silvia come “lancinante, insopportabile, penetrante” che le provoca sentimenti di afflizione e disperazione.

L’arto superiore presenta un’importante flessione a livello del polso e di tutte le dita che determina una mano chiusa a pugno che poggia immobile sulla coscia, esito molto comune nelle persone colpite da ictus.

La mano di Silvia è rigida, dura, legata, con le dita bloccate in flessione e senza alcun accenno di movimento. Quando prova ad interagire con l’altra mano, si osserva una importante immodificabilità delle dita che non si aprono e non si lasciano distendere neppure “forzandole”.

Questa situazione, frequente nelle persone colpite da ictus, viene vissuta con grande sofferenza e spesso con la convinzione che sia destinata ad un unico ed ineluttabile destino ovvero l’impossibilità del recupero della mano e la convivenza forzata con il dolore.

Il tema del recupero della mano è molto complesso e non esiste una regola generale adattabile a tutti i casi ma certamente, proporre, sin dall’inizio, percorsi specifici di riabilitazione neurologica mirati al recupero dei processi cognitivi che sottostanno alle azioni della mano, permetterebbe di avere molte più possibilità di recupero e senz’altro il superamento del dolore.

Presso NeuroRiab, Silvia, inizia un percorso di riabilitazione neurocognitiva che, a partire dalle specifiche difficoltà dell’arto superiore, permette un recupero graduale. Il polso diventa più morbido e leggero e le dita iniziano a liberarsi e a distendersi. La mano torna a toccare e ad adattarsi alle superfici, superando definitivamente il vecchio pugno chiuso ritenuto impossibile da modificare, tanto più, dopo 11 mesi dall’evento ischemico e dopo aver fatto prima già tanta riabilitazione convenzionale.

Silvia, con un lavoro intenso e giornaliero, torna a muovere la mano e a compiere le azioni della quotidianità come gesticolare, toccare e prendere gli oggetti. Il percorso continua tutt’ora e mira ad un recupero sempre più raffinato ed evoluto, che la conduca al più alto livello di riapprendimento.

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